L'Aquila, 06 Aprile 2009

Le parti del nostro animo che la guerra ci ha strappato, ritorneranno al focolare.

lunedì 12 maggio 2008

Raffaele Lombardo

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Chi è davvero Raffaele Lombardo?

È il cuffarismo ripulito, aggiornato con un elemento di sobrietà e con carattere di maggiore scientificità. Cuffaro è uno che sulla sua agenda ha i nomi di 30.000 clienti pronti a spendersi per lui, ai quali si sente in dovere di garantire amicizia, baci e preghiere per la Madonna. Lombardo di nomi ne ha 60.000, e con loro ha un rapporto di totale spregiudicatezza: voi siete i miei clienti, io sono il vostro garante, il nostro è un rapporto di mercato politico, io vi do e in cambio ricevo consenso, vi garantisco l’occupazione sistematica di tutti i luoghi della pubblica amministrazione e così costruisco il mio potere. Si cuce addosso un vestito da sartoria di provincia per cui tutto questo diventa una battaglia per l’autonomismo siciliano, ma in realtà non esiste centralismo politico più feudale. Da vicesegretario nazionale del suo partito, da grand commis della Dc, da presidente provincia, da vice sindaco di Catania, ha sempre accentrato nelle mani del potere politico per poi distribuire in termini di presidio militare delle istituzioni.

Chi c’è dietro di lui?
È ormai un sistema di potere che si autoalimenta. Le sue liste sono numerose perchè non sono soltanto un modo per essere eletti: per molti sono liste di collocamento, perché in base al punteggio che ottieni, poi diventerai portantino all’ospedale o direttore generale dell’Usl, a seconda del tuo peso specifico. Le scelte vengono misurate in funzione della capacità di raccogliere consenso, non ci sono meriti, capacità, competenze. Ci sono fedeltà da una parte, capacità di gestire consenso dall’altra. Ovviamente tutto questo è più forte all’interno della famiglia, e infatti la famiglia Lombardo è la meglio rappresentata in Italia: tra fratelli, cugini, cognati, è l’azionista di maggioranza di buona parte delle amministrazioni siciliane. Un sistema elevato alla perfezione, dove non c’è nulla né di romantico né di meridionalista. Anzi, è lo Stato centrale che in Sicilia si incarna nel centralismo della politica, in un uomo che decide tutto e decide per tutti.
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estratto di intervista a Claudio Fava, Tratto da Left

2 commenti:

Anonimo ha detto...

non deve essere facile la provincia di catania...

Anonimo ha detto...

Invece qualla dell'Aquila è una passeggiata