L'Aquila, 06 Aprile 2009

Le parti del nostro animo che la guerra ci ha strappato, ritorneranno al focolare.

lunedì 19 maggio 2008

Commission Recommendation

on the management of intellectual property in knowledge transfer activities and Code of Practice for universities and other public research organisations.

il testo della raccomandazione

5 commenti:

Anonimo ha detto...

bravo' !
se ne parla troppo poco in italia.. e ci sono una miriade di fronte devastanti aperti: brevetti, software, file sharing, libertà digitali/anonimato/total control della società ecc... e il perché è semplice (vediamo se indovini chi l'ha scritto senza googolizzare:

"Il rapporto capitalistico ha come presupposto la separazione fra i lavoratori e la proprietà delle condizioni di realizzazione del lavoro. Una volta autonoma, la produzione capitalistica non solo mantiene quella separazione, ma la riproduce su scala sempre crescente. Il processo che crea il rapporto capitalistico non può dunque essere null’altro che il processo di separazione dalla proprietà delle proprie condizioni di lavoro, processo che da una parte trasforma in capitale i mezzi sociali di sussistenza e di produzione, dall’altra trasforma i produttori diretti in operai salariati".

ciao
alessio

Luca D'Innocenzo ha detto...

sono incerto tra karl marx, cui si addice il linguaggio (direi il capitale), alessio ludovici, cui si addice il legame con la proprietà intellettuale (il lavoro da stagista) o luca d'innocenzo che avrà copiato di qua o di la (tesi congressuali udu 2004)

Anonimo ha detto...

una buona base di partenza per chi volesse farsi un'idea delle portato di queste vicende possono essere gli straordinari 5 articoli di Riccardo Petrella per ilmanifesto (mo li ritrovo e te li mando) ciao alessio.
o intanto questo:

"La rivoluzione digitale e telematica, ha messo tutti, economisti e semplici consumatori, di fronte ad una situazione in cui il costo marginale di produzione di un libro (ma potrebbe essere un film, una canzone od un software) è esattamente zero; produrre una pagnotta od un'auto in più ha un costo minimo, non ulteriormente riducibile, ma produrre un e-book, un mp3 od un avi in più costa zero.

Esattamente zero.

Zero fino all'ultima cifra decimale.

A mio parere gli economisti, e con loro i politici ed i legislatori, non hanno compreso a fondo, né tanto meno utilizzato la portata di questa rivoluzione; continuano ad impiegare modelli economici e comportamenti nati con costi marginali diversi da zero, in una situazione che è fondamentalmente diversa.

La possibilità di distribuire beni immateriali, informazioni, dati, musica, libri, film, cultura, a costi marginali zero dovrebbe portare necessariamente all'applicazione del modello economico dell'abbondanza. Non si tratta ovviamente di privare gli autori dei loro guadagni; distribuiti su numeri altissimi questi guadagni darebbero comunque luogo a costi bassissimi per l'utente." per il resto dell'articolo http://joomla.liberosapere.org//index.php?option=com_content&task=view&id=64&Itemid=9

Anonimo ha detto...

karletto.. quasi un secolo e mezzo fa... quando ancora non veniva brutalizzato dal socialismo IRreale...

Luca D'Innocenzo ha detto...

lo dicevo io...

senti visto che sei connesso perchè non apri il talk...