L'Aquila, 06 Aprile 2009

Le parti del nostro animo che la guerra ci ha strappato, ritorneranno al focolare.

giovedì 29 gennaio 2009

Non solo distaccate.

Si discute delle sedi distaccate.
Di Celano, nata male e finita come non poteva diversamente.
Di Sulmona, su cui magari si poteva fare una discussione su un piccolo ma preciso profilo e che potrebbe anche avere un qualche senso; ma che finirà male, perchè una distaccata ha un senso se ha una sua identità, non se è lo sportello esterno. Sarebbe carino che la piccola Università di Teramo decidesse cosa fare di Giulianova, Atri, Mosciano e non ricordo neanche piu'...
Per non parlare dell'incredibile Giurisprudenza (teramana) di Avezzano.

L'Italia è piena di distaccate. Nate per la combinazione di interessi politici, sballate logiche da "brand territoriale", interessi di professionisti alla ricerca di poter scrivere prof al fianco del proprio nome e della propria professione (gli avvocati e la giurisprudenza ad esempio...), il familismo imperante in Italia e un basso, sottofinanziato e incompiuto sistema del diritto agli studi che non ha favorito la mobilità degli studenti nel territorio.

E va bene così. Ma vogliamo parlare allora di quel coacervo di sedi legali, che distaccate non sono e che per nascere hanno avuto il via libera "da legge" ?

Voglio parlare di Enna ad esempio, ex distaccata di Catania, nata per la combinazione degli interessi di Latteri, Crisafulli e compagnia dicendo.

Ma ce ne sono di minuscole, di dimensione uguale e inferiore alle tante distaccate, e sono Università, riconosciute da legge, approvate da CUN, Ministero e via dicendo, con i propri organismi, i propri rettori etc....


Aosta, 1034 iscritti; San Pio V (Roma), 1040 iscritti; Libera Università Mediterranea “Jean Monnet” (Centro Commerciale di Casamassima, Bari) 1066 iscritti; Università Europea (Roma, Legionari di Cristo), 449 iscritti;

E non dimentichiamo alcune meravigliose telematiche:
"e-Campus"; "UNITEL; "TEL.M.A."; Universitas Mercatorum; "Giustino Fortunato"; "Petaso"; e altre ancora, ... ah scusate, tra le quali ovviamente la fenomenale "Leonardo da Vinci", gemmata dalla Fondazione D'Annunzio, a sua volta gemmata e finanziata dall'Ateneo D'Annunzio.

Vabbè così, giusto per allargare il cerchio.

mercoledì 28 gennaio 2009

La Regione Abruzzo e il Diritto agli Studi Universitari. Un bivio

La IX legislatura della Regione Abruzzo si apre in una fase difficilissima, con la grande difficoltà finanziaria dell’Ente ad intrecciarsi con una profondissima crisi economica. Pessime sono le previsioni sul fronte occupazionale e sui redditi delle famiglie e l’Abruzzo è nel pieno della crisi. Il tessuto industriale è in gravissima difficoltà; le disgrazie della Sanità abruzzese sono ampiamente raccontate; migliaia di precari, del pubblico come del privato, hanno già perso il proprio lavoro a causa del combinato tra la crisi e le politiche governative “ammazza-precari”, molti altri lo perderanno nei prossimi mesi. La ricaduta sociale sarà durissima.
In questo scenario rischia di scomparire il “microsettore” del Diritto agli Studi.
Poche decine di lavoratori negli Enti, circa un centinaio nelle ditte appaltatrici tra mense, case dello studente, pulizie. Un granello di sabbia.
Le Adsu però hanno un’utenza ampia e sensibile, perchè garantiscono un diritto fondamentale, quello agli studi universitari, a tutti gli studenti e anche a chi, meritevole, è in condizioni economiche disagiate. Su circa 70.000 universitari in Abruzzo quasi 7000 risultano idonei alla borsa di studio, cioè sono meritevoli e possiedono un reddito ISEE familiare al di sotto dei 16.000 Euro. Altre migliaia di studenti sono con redditi ISEE tra i 16.000 e i 20.000, fanno cioè notevoli sforzi per sostenere i propri studi e tendenzialmente utilizzano i servizi, economicamente più accessibili, delle Adsu, a partire dalle mense.
La crisi economica e reddituale delle famiglie si scaricherà sugli studi universitari dei più giovani. Mentre si affronta la crisi, sia con politiche rivolte alle imprese sia sul fronte degli ammortizzatori sociali, è bene dare “uno sguardo” anche al fronte del diritto allo studio, pena una ricaduta “classista” sugli studi, con conseguenze pesantissime sulla “coesione sociale” e sulla unanimemente declamata “mobilità sociale”
L’ VIII legislatura si è chiusa con un taglio secco di 2.400.000 (32%) sul fondo per il Diritto agli Studi Universitari nel bilancio per l’esercizio provvisorio, riportando la Regione dai 7,4Mni di Euro raggiunti dopo anni di sforzi a 5Mni di Euro.
Un dato da brividi, che travolge i servizi per gli studenti universitari e che precipita l’Abruzzo indietro di 10 anni.
Un dato che, se non corretto in sede di bilancio, porterà l’Adsu dell’Aquila, tanto per essere chiari, a dover scegliere tra il sacrificare le mense universitarie, arrivate a servire oltre 310.000 pasti l’anno o il sacrificare le nuove iniziative residenziali (Residenza diffusa e Residenza ex-Gesuiti).
Una scelta drastica sulle mense avrebbe ripercussioni devastanti per gli studenti universitari, una scelta drastica sulle residenze universitarie riporterebbe la percentuale degli alloggi sugli universitari al vecchio 0,4%, lontano dall’1% appena raggiunto, lontanissimo dall’oltre il 2% nazionale, anni-luce dal 3, 4, 5, 6 che caratterizzano le città-universitarie paragonabili a L’Aquila quali Camerino, Urbino, Pisa, Cosenza, Pavia, Siena, Perugia.
In un contesto difficile l’Adsu dell’Aquila ha abbattuto i suoi costi, ha riportato al 100% la copertura delle borse di studio e ha accresciuto i servizi rimettendo la città dell’Aquila in un contesto “competitivo” con le altre città universitarie.
Non bisogna inoltre dimenticare che l’Università dell’Aquila è un fattore di ricchezza straordinario per la città dell’Aquila: l’ “attrattività” dell’Ateneo, che si compone anche della garanzia della borsa di studio per tutti gli idonei e della qualità dei servizi per gli studenti, può aiutare questo territorio ad “ammortizzare” la crisi economica e ad uscire da essa con alcuni elementi di solidità.
Si può, con un po’ di attenzione da parte della Regione, mantenere i livelli raggiunti a garanzia di un diritto costituzionale anche in una fase difficile come quella attuale.
Nei prossimi 45gg il Presidente Chiodi e la sua maggioranza sceglieranno il destino di “governance” delle Adsu. L’esperienza di chi è uscente può consigliare di non perdere molto tempo nel discutere di “costi dei Cda”, che per le Adsu sono irrisori a fronte di una attiva e utilissima partecipazione studentesca e di una più efficace azione territoriale. Con l’esperienza da Presidente dell’Adsu mi permetto di consigliare al Presidente Chiodi e alla sua maggioranza di scegliere in fretta i nuovi Presidenti e i nuovi CDA, ma in ogni caso, che si scelga velocemente o no, faccio invece appello al Presidente Chiodi, alla sua Giunta, al Consiglio e alle forze politiche e sociali a porgere l’attenzione da subito a quella cifra in bilancio che è assolutamente da correggere, il più presto possibile.
E’ un granello di sabbia, ma i granelli di sabbia, posti nel luogo giusto, possono aiutare a rompere l’ingranaggio della crisi così come, posti nel luogo sbagliato, possono finire per rompere gli ingranaggi della coesione sociale.


Luca D’Innocenzo
Presidente uscente Adsu L’Aquila.

venerdì 23 gennaio 2009

Pd. E' una vergogna!

Veltroni porta già con se una responsabilità storica durissima.
Quando l'Italia si stava liberando di Berlusconi, Veltroni gli ha ridato vita, ha distrutto il centrosinistra e ha consegnato alla peggior destra il Paese.

Veltroni e il Pd però non sembrano soddisfatti.
Si astengono sul federalismo fiscale. Un atto di una gravità inaudita, le cui conseguenze rischiano di essere devastanti per tutti noi.
Si dice pronta a fare la riforma della Giustizia con Berlusconi.
Adesso propone una riforma in extremis della legge per l'elezione al Parlamento Europeo, dove non sussiste la scusa del Governo e della Governabilità, insieme al PDL esclusivamente per tentare di salvare se stesso dal fallimento complessivo.

Il Pd sta devastando tutto, è un coacervo di rappresentanza di interessi privati e privatistici nei territori.
Nazionalmente svende il futuro dell'Italia per uno scontro tra "gruppi dirigenti".

La situazione è scandalosa, vergognosa, drammatica.

S.Silvestro, S.Bernardino, S.Apollonia, Tramvia su Via Roma, Sercom., accordi di programma vari...

Insomma questa lista è lunga.
Davvero troppo lunga.

Io mi vergogno un pò.
E mi vergogno per chi negli anni addietro era capofila dell'opposizione ai progetti di Tempesta e Bonanni. Si può dire sempre "rivolete Bonanni?" e poi fare le stesse cose?

lunedì 19 gennaio 2009

Buoni propositi

Il primo dei buoni propositi per il 2009 è ridare a questo blog un piccolo ruolo.
Fb ha occupato lo spazio dello stato d'animo e delle scadenze varie.
Questo spazio può tornare dunque ad avere un senso solo come spazio cui si appuntano piccole e grandi riflessioni, piccole e grandi provocazioni, piccole e grandi polemiche.

Il secondo dei buoni propositi è recuperare tempo da dedicare ai rizomi sociali e politici, al loro sviluppo e alla qualità della comunicazione nel tessuto.

Il terzo dei buoni propositi è mettersi a disposizione per la sperimentazione di tre differenti livelli di nervatura sociale. Un livello stringente, che assuma le forme di una zona di resistenza umana, un livello di strada, che sia laboratorio di un nuovo modello di riappropriazione urbana, un livello di scala, dove si ritrasmettano immagini, parole, numeri.