L'Aquila, 06 Aprile 2009

Le parti del nostro animo che la guerra ci ha strappato, ritorneranno al focolare.

martedì 20 novembre 2007

La sinistra.

Siamo tutti in movimento.
Con il congresso dei Ds e con la scelta di non partecipare
al percorso del Pd abbiamo rotto gli argini.
Certo ci sono le prove di forza del prc che vorrebbe trasformare
tutto in una lenta adesione.
cosi come ci sono le torsioni storico-identitarie del pdci (vedi Lenin)
che vorrebbe nascesse la "cosa rossa", naturalmente comunista.
Anche io vorrei un grande e vivo partito socialista, ma la scelta dei Ds rende
questa prospettiva difficile, storicamente non a portata di mano.
Naturalmente bisogna aggiungere la torsione mini-socialista a tutto ciò.
Lo spirito per capirci non è, fuori da Sd, unitario.
Chi dice facciamo i comunisti un pò piu uniti e un pò piu grossi.
chi dice facciamo i socialisti un pò meno divisi e un pò meno piccoli.
Sd vorrebbe ripercorrere le ragioni di una radice comune e di un futuro possibile,
non solo per noi, ma per le idee di sinistra, per una prospettiva locale e globale
un pò più giusta, un pò più egalitaria, un pò più progressista e quindi anche un pò più socialista/comunista/ecologista.
Una speranza c'è. Gli argini che si sono rotti.
Spero nessuno sterilizzi la discussione a sinistra per salvaguardare la rendita
elettorale, per salvaguardare "l'unità" dei partiti coinvolti a spese dell'unità della sinistra.
Possiamo provare, una sinistra arcobaleno, socialista, comunista, ecologista, plurale, che sappia e possa contare, una sinistra che lotta per la trasformazione della società e che fa del governo un pezzo di questa lotta, il più complesso, ma certamente un pezzo cruciale.
Una sinistra seria, non parolaia, non borghese. Intellettuale sì, ma di massa, popolare, persino di classe.
Siamo in movimento.
Avanti!

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Ovviamente devo repilicare, e pur condividendo tante cose e comprendendone lo spirito, devo fare alcune precisazioni, opinioni personali per carità, ma tant'è.. Non sta a me parlare a nome del prc, mi limito a farlo per il pdci. Il pdci ha cominciato a parlare di unità della sinistra dal lontano 2001, ha svolto ben tre congressi sul tema, due tra la derisione di ds e prc. Il prc credeva, come oggi del resto, di essere "la sinistra". Il fu correntone d'altro canto ci rispondeva che "ci sono i ds quindi a che serve l'unità della sinistra" ?. Poi gli eventi ci hanno dato inevitabilmente ragione, i ds non ci sono più e rifondazione, pur tra fantomatiche campagne acquisti e sinistre europee, non può certo considerarsi "la sinistra". Non per questo abbiamo rivendicato mai qualcosa a qualcuno, anzi. Sarebbe fin troppo facile per noi dire che l'unità della sinistra è roba nostra. Non chiedo autocritica ai compagni del correntone né al prc e per vari motivi: a) dopo il 91 ogni scelta era plausibile b) non me ne può fregar di meno di fare polemiche. E però non posso nemmeno insistemente e quotidianamente accettare lezioni di unità da nessuno, da diliberto, a mussi. E mi sento pienamente legittimato a dubitare, per dubbio filosofico e per onestà intellettuale, che da qualche mese a questa parte tanti compagni di Sd, improvvisamente fulminati sulla via di Damasco, sarebbero diventati "quelli che l'unità della sinistra", cosa rispetto alla quale, ripeto, fino a qualche mese fa ci ridevano dietro.. In generale credo sia un madornale errore mettere il cappello sulla "sinistra". una cosa del genere finirebbe per creare più lacerazioni di quante se ne voglia buttarsi alle spalle. Spolpare questa idea, questo progetto, per il proprio orticello. Personalmente sono della scuola che dice "dell'unità meno se ne parla e più c'è possibilità di farla". Se diventa merce politica, strumento di consenso è certo che non si farà. Capisco anche le difficoltà di Sd, in cerca di un identità e di un progetto (come gli altri del resto) ma cerchiamolo su qualche contenuto. Passiamo oltre. Le identità. Anche qui, è la premessa dell'analisi che è sbagliata, quando dici che il pdci assume un profilo identitario. Anche qui mi sento di di dire un paio di cose. L'identità del pdci non è in vendita. Perché mai dovrebbe esserlo? Chi ha stabilito che l'identità della cosa rossa sia quella di sd e non quella di altri. Anzi, a giudicare dagli 15 anni.. i ds non esistono più, la falce e martello si. Perché socialisti? Dopotutto "che senso ha - ti dirà qualche compagno - definirsi socialisti nel 2007"? Stesso discorso per gli altri, per noi e compagnia cantante. Altro punto: la soluzione a tutto ciò sarebbe fare un contenitore genericamente di sinistra? il pds in sedicesimi.. allora qualche altro compagno ti dirà "ma che senso ha" ? se dobbiamo rinunciare a pensare e parlare in nome dell'unità, con un progetto di basso profilo, allora tanto vale fare la sinistra del pd. Per il resto condivido tanto di quello che dici, ma le fughe in avanti non servono a nessuno. I dirigenti facciano delle proposte (se in grado), le discuteremo e rifletteremo collettivamente e ognuno in coscienza. Ma smettiamo di dare "del nemico dell'unità (nemico del popolo?)" agli altri, e questo vale per il pdci, per il prc, ma anche per tanti compagni di sd che ora all'improvviso vengono a darci lezioni di sinistra, di unità, ecc.. E se ti chiedessero di smettere di essere socialista in nome dell'unità? come reagiresti. Così non si va da nessuna parte. E allora ognuno lavori sulla propria idea della politica, della società, del socialismo, sulla propria idealità e contenuti, ecc.. Se la cosa rossa ha come tessuto ideale "l'unità" allora stiamo freschi. Qualcuno di voi è diventato di sinistra in nome di concetti metapolitici come l'unità? no assolutamente. Si diventa socialisti, comunisti, o di sinistra per ben altri motivi. E allora quale prospettiva avrà una cosa rossa che nasce con la premessa del rinunciare alle idealità. Al limite qualche battaglia ci si può mettere dentro, ma senza esagerare perché altrimenti l'unità non si fa... ? No, io non ci sto. Sono e morirò comunista. Sulle scelte politiche poi sono disposto a confrontarmi e mettermi in gioco. Non sui miei ideali, né su quelli degli altri. Lì ben venga il confronto, aspro, dialettico.
Non voglio campane di vetro, voglio un luogo dove mettere in moto la mia idealità, e quelle che spero, nasceranno in futuro. Quando i diliberto, i mussi, i giordano, e noi, decideremo di intraprendere questa strada allora combineremo qualcosa. Rinunciare a tutto non serve a nessuno. Non mi interessa fare un partitino al 10% ma vuoto e destinato a finire nel pd. La sfida per me è altra. Ma non voglio nemmeno cadere nel relativismo pure io. E allora cos'è che ci accomuna? Quale il minimo comun denominatore? Non so.. Cominciamo per esclusione. Forse l'anticapitalismo (senza fare i parolai, sono d'accordo) è una strada. L'unità di per se è perdente. Navigatori diversi finiscono per remare nella stessa direzione solo se hanno un orizzonte comune, una stella da visibile da tutti. Remando bendati può darsi che andremo tutti nella stessa direzione.. ma è ben probabile che sarà uno scoglio appuntito.. Il pdci, almeno per quanto mi riguarda, non vi chiede di essere comunisti, ma di essere voi stessi, qualunque cosa siate. e poi cercheremo di metterle insieme.
alessio

Luca D'Innocenzo ha detto...

Non mi interessa parlare a nome di nessuno, questo è un blog, non un sito di partito. Scrivo per sensazioni personali. Naturalmente.
La discussione è vitale.
Io penso che le identità siano importantissime. Infatti parlo di plurale e di varie indentità.
Ma se la sfida è davvero l'unità il terreno comune è nella ricerca di parti di identità comune... e naturalmente nelle prospettive programmatiche, negli obiettivi.
L'unità per me non è un totem .
E' una necessità.
il mio ultimo intervento alla riunione del correntone nella fase congressuale è stato incentrato su quello che io chiamo il nostro fallimento nei ds. Fallimento nel senso letterale, era indispensabile provarci, ma abbiamo fallito.
Sono stato ovviamente fortemente criticato.
Ma riparto dai dati.
Che è successo in Italia che ha permesso che il rapporto rendita-reddito si divaricasse a quel punto (secondo solo agli usa).
Perchè i salari in italia sono il 30% in meno della francia e della germania.
Perchè gli alloggi pubblici in italia sono una virgola di quelli francesi e tedeschi.
etc... etc....
in poche parole perchè il capitalismo ha devastato questo paese piu' di quanto non sia accaduto altrove.
E sui diritti civili? sull'autoritarismo?
Insomma la domanda è perchè la sinistra ha fallito a tal punto.
Colpa dei ds? si anche. Ma anche del prc, anche del pdci, anche ....
Le condizioni di vita delle popolazioni, dei lavoratori degli studenti sono drammatiche.
Abbiamo bisogno di una forza d'urto. Se c'è qualcosa che ci unisce, e da anni votiamo insieme mi pare (anche esistendo ancora i ds), mettiamo avanti quello e continuiamo a coltivare le nostre identità evitando di lottare affinchè siano di tutti... si alza il prezzo solamente in questo modo.
Se si lavora di piu su ciò che divide c'è poco da sperare...
E' oggettivo (o no?) che da quando è in piedi questo percorso sono piu' le volte che è stato messo in evidenza il differente (o la primogenitura...comunque anche il correntone ha sempre scritto nelle sue mozioni congressuali unità a sinistra, ma non conta, abbiamo perso) che la necessità della prospettiva unitaria.
I socialisti...mai con i comunisti, i comunisti, mai senza falce, i verdi, ma senza il sole perdiamo il 2....
Ha ragione mussi, secondo me, non servono i francobolli per l'unità.
Serve valorizzare le radici e grandi visioni comuni. Poi ognuno continui ad avere anche l'organizzazione dei comunisti, quella dei socialisti, quella dei nuovi socialisti, quella degli ambientalisti... ma dobbiamo ribaltare la prospettiva per i piu deboli. Altrimenti continueremo a fare testimonianza. Soddisfatti della testimonianza, ma incapaci di migliorare le condizioni delle persone.

Anonimo ha detto...

ecco, quando ragioniamo per l'unità mettiamo al centro le persone che vorremmo rappresentare. poi se a me piace che guevara sono fatti miei. se a te piace allende sono fatti tuoi. se possibile li metteremo insieme, magari ci litigheremo. se non è possibile, pazienza, si può anche stare in un orizzonte comune, ma con remi di marca diversa, sti cavoli.. anzi meglio.. ma se la premessa di ogni discorso, è diliberto e lenin.. o mussi e turati.. ma mo, diliberto mica ha chiesto a melilla di andare con lui.. se la prospettiva di lavoro questa: programmi, persone, tessuto organizzativa. sarà tutto più facile, anche l'unità. mo non c'ho tempo. a dopo

Luca D'Innocenzo ha detto...

Un'ultima cosa.
Non è che non so che altri da tempo chiedono questo percorso.
Non sembri ds-centrico il dire che abbiamo rotto gli argini e siamo tutti in movimento perchè il congresso dei ds....
Piu' semplicemente, abbiamo provato a tenere i ds a sinistra. Abbiamo fallito. Altri, magari giustamente non so, avevano fatto già altre scelte.
Ma non si pensi che c'è un correntone oggi. Noi il nostro decennio l'abbiamo chiuso. I ds erano il nostro (piu o meno sentito) partito. Non vogliamo difendere un bel niente. Siamo in movimento e non strutturiamo un partito vero e proprio da subito per continuare a muoverci piu facilmente ... ma non abbiamo molto tempo, non io, tutti, siamo abituati a case non a casematte....
molti rischiano di fermarsi e abbiamo bisogno che nessuno si fermi ma che altri ripartano.
Una sola cosa, chiediamo a tutti di non lavorare solo per annettere qualcuno... abbiamo fatto una scelta coraggiosa e difficile, per convinzione, anche perchè da tanto viene detto che si vuole l'unità a sinistra, ecco solo questo.
Qualcuno in piu al prc e qualcuno in piu al pdci non basta all'italia e ai lavoratori.
Sarebbe un conto negativo, molti in meno a sinistra.
Serve che tutti siano in campo.
Chiediamo solo questo, generosità politica, non per noi, abbiamo già rinunciato ai lidi sicuri, a percentuali alte, a rendite, proposte e prebende.
Non pensiamo a che farà ognuno di noi, perchè abbiamo messo in conto, con quella scelta, anche il non fare niente (come molti prima di noi). Chiediamo solo generosità politica e discussioni profonde sull'occasione in Italia.
Discussioni vere e non sterilizzate.
Generosità politica.
Prima chi vogliamo rappresentare e poi le nostre certezze.

Anonimo ha detto...

sono d'accordo..
a me basta che non si trasformi, da più parti, l'unità della sinistra nella fine della storia, in una questione ideologica. se così personalmente sono pronto a sacrifici anche più di altri benpensanti. non sarei comunista se non fosse così.
a me basta che il giudizio sulle culture politico venga affidato alla storia, e non a noi stessi usciti da così tante sconfitte. per il resto sacrifici li ho sempre messi in conto, non credere.. sai quante volte mi sono interrogato tra me e me.. sul simbolo e tutto il resto.. mi sono sempre domandato e continuo a farlo (e come me, in silenzio, tanti altri credo..) ma nel momento in cui saremo chiamati a fare una scelta saremo pronti? proprio in quanto comunisti saremo pronti a fare una scelta per il bene di tutti? e fino a che punto varrà il gioco? sicuri che facciamo la scelta giusta? e se poi non potremo più tornare indietro? ecc... ecc... non credere.. ce li abbiamo e come questi pensieri.. e manco poco.. ma, paradossalmente, proprio perché abbiamo questi pensieri sono convinto che saremo pronti.. più pronti degli altri