L'Aquila, 06 Aprile 2009

Le parti del nostro animo che la guerra ci ha strappato, ritorneranno al focolare.

lunedì 26 novembre 2007

Gli uomini e la violenza sulle donne.

Sono rimasto abbastanza perplesso dalla gestione
della manifestazione di Roma.
Dalla spinta affinchè la manifestazione fosse "riservata"
alle donne e "vietata" agli uomini, fino all'approccio
estremamente aggressivo non solo e non tanto verso le
"donne in politica", ma verso gli uomini che hanno
partecipato e ancor di piu verso gli uomini li per lavoro,
in primis i giornalisti.
Personalmente credo che la lotta delle donne necessiti
si di una fortissima presa di coscienza al femminile,
perchè troppo spesso si annida nelle donne stesse una
sorta di "giustificazione", ma che questa lotta non
può travalicare conquiste "generali" che possono aiutare
la stessa lotta delle donne.
Dalla libertà di manifestare alla libertà di informazione.
...
(salto)
...
c'è però un punto che dovremmo approfondire, come uomini,
come "maschi oppressori", un vuoto da colmare.
Credo che l'evoluzione-involuzione del movimento delle donne
nell'ultimo anno sia in parte dovuta all'enormità di questo vuoto.
E' l'analisi al maschile, franca, sul perchè, come genere,
siamo facili alla violenza, facilissimi alla violenza sulle donne.
Non c'è dubbio, è piu' facile essere "genere" se si è vittima,
piuttosto che carnefici.
Ognuno di noi non vuole accollarsi una colpa che non gli
appartiene, che non sente sua.
Ma forse non dovremmo negarci che è "di genere" la battuta
umiliante verso le donne, che è "di genere" la reazione
violenta all'assenza/perdita dell'identità della "supremazia",
che è "di genere", "virile", la ricerca del dominio fisico.
E non è forse del tutto errato dire che è in questo essere
"di genere" che si annida la spinta all'aggressione,
la "carica" violenta, l'esplicitazione del presunto o
ricercato "dominio".
Forse dovremmo cominciare anche noi, per fermare la mattanza.

Nessun commento: