L'Aquila è tornata a parlare di notte, caos, studenti e sonno. Ancora, senza un vero perchè, se non quel sano populismo istituzionale che per una pagina di giornale ogni tanto è capace di mettere un macigno in un fiume per fermare un torrente in piena.
I residenti si lamentano del giovedi e del sabato e si troveranno presi per il culo sul giovedi e sul sabato (per far contenti i locali); gli studenti si lamentano per i rischi di militarizzazione e per il tentativo di impedire la piazza (luogo gratuito di aggregazione...) e saranno esattamente massacrati su questo punto (per far contenti i locali...).
Un ottimo risultato si otterà, in grande continuità, si combatterà l'aggregazione a basso costo e quella gratuita spingendo verso l'alto il costo della notte e il monopolio dei locali.
Ai residenti (ma anche ai locali...) sarà data in pasto la polizia, la finanza, i vigili, con tanto di postazione fissa.
La città di una volta, la ghost town, non tornerà (era una città tranquilla), la città della notte, la città conquistata sarà però liberata e l'aquila sperimenterà nel suo centro storico la sua prima
guard-gated community. Di sinistra ovviamente.
L'Aquila, 06 Aprile 2009
Le parti del nostro animo che la guerra ci ha strappato, ritorneranno al focolare.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
5 commenti:
L'ho già detto in altra sede.
Mi sto sempre più vergognando di essere aquilano.
Sarà perchè il sindaco non è più di sinistra "democratica"...?
No, sarà più probabilmente perché c'è una bella fetta di aquilani (e una grandissima fetta degli attuali inquilini della sala del consiglio comunale) che pensa che gli studenti in e fuori sede debbano vivere come ha fatto l'aquila per secoli.
Cioè nel medioevo.
Nel mio paese il coprifuoco l'hanno levato più di un secolo fa, e rispetto a L'Aquila non è una metropoli...
A parte scherzi più o meno vicini alla realtà...
gli studenti portano ogni mese milioni di euro nelle tasche aquilane, con gli affitti
(di case che, per la maggior parte dei casi, un aquilano ben si guarderebbe di abitare, viste le condizioni),
con gli abbonamenti degli autobus (provate a spostarvi sugli autobus dell'AMA che ama tutti, ma proprio tutti),
con gli acquisti, di tutti i generi...
A questa bella fetta di aquilani ovviamente gli studenti fanno "rabbrividire", fanno sentirsi assediati...
Non è con la caccia alle streghe che una società civile risponde a evidenti difficoltà.
Purtroppo il nostro Sindaco, che anche quando stava a SD era così come adesso (diceva la buonanima della mia nonna : "chi nasce tondo non muore quadro") non ha avuto il coraggio di affrontare la questione, non aprendo spazi di confronto, restando abbastanza "prono" sotto il fuoco di qualche paladino/a del medioevo appunto...
Immaginate se tutto di colpo gli studenti e tutta l'università se ne andassero... non dico che farebbero bene ma li capirei, anzi CI capirei.
scusate lo sfogo.
Purtroppo quello che accade nella nostra città può essere visto in una dimensione più grande. Tutta l'informazione in questi giorni ci ha estasiato col problema sicurezza calcando la mano sugli "stranieri" e sulle modalità di accoglienza e di espulsione. Non sono una sociologa ma l'altro giorno ho sentito una frase che mi ha colpito e che riguarda L'UOMO: "egli ha un problema fisico, perchè il suo corpo muore, ed uno psichico, perchè egli ha paura di morire".
Si assite oggi, in questa aurea di benessere costruito, all'esternazione di questa paura: come se la propria casa, la propira città, il prorpio benessere, fossero le corazze che proteggono da una morte prematura. Ogni cosa che disturba mina la possibilità di vivere, contribuendo ad alimentare la paura che la nostra morte avverrà per mano di ciò che non controlliamo.
Tutto ciò mi fa paura.
Non si parla mai bene degli stranieri, neanche se mandano avanti le nostre "fabbriche" men che meno se tengono in piedi l'economia e la cultura della comunità.
E se nell'acqua potabile mettessimo il farmaco della felicità???
Giusi
Sarebbe bellissimo, perché a questa città ci tengo, e penso ci tengano tutti, tantissimo.
Forse bisognerebbe focalizzare sulle vere emergenze, cittadine e di comprensorio, magari scoprendo che la legge su "L'Aquila Capoluogo" non è una priorità, come non lo è nemmeno l'aeroporto di Preturo.
Priorità deve essere secondo me dare un futuro alle migliaia di giovani che ogni giorno studiano, cercano lavoro, s'inventano lavori o, più frequentemente, cercano lavoro.
Priorità deve essere rendere più umane le periferie (soprttutto ovest) della città, che "distano" migliaia di anni luce dal centro storico (che secondo quasi tutti è assediato dagli studenti barbari).
Priorità deve essere rendere almeno decente il sistema di trasporto.
Di priorità me ne vengono a milioni, starei qui ore a elencarle, basterebbe rimboccarsi le maniche e con coraggio guardare fuori le quattro mura.
Posta un commento