Mi sono preso una decina di giorni di pausa dalla blogosfera.
Il mondo fuori dalla blogosfera è un tritacarne,
la provincia è devastata, intrappolata tra personalismi e
piccole rendite di piccole posizioni.
Qui la spinta alla trasformazione è eversione.
Tutti fermi a guardarsi l'ombelico, a difendere se stessi, a proteggere le proprie certezze,
a tenere sotto controllo piccoli suppellettili di mondo, confondendo questi con il mondo,
invece che a far esplodere i processi di partecipazione,
di costruzione collettiva, di militanza attiva, di trasformazione, di conquista ...
tutti a chiedersi chi si è e che/come/dove si conta e pochi a chiedersi chi si è
collettivamente, chi si è come classe, chi e cosa si rappresenta...
L'Aquila, 06 Aprile 2009
Le parti del nostro animo che la guerra ci ha strappato, ritorneranno al focolare.
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2 commenti:
A ragione...intendo le domande che ci poniamo...Non credi?
:)
Gab
Qual e' e quanta e' la permeabilita' social dei cambiamenti politici "grandi", quanto e' la voglia delle persone di poter "cambiare" e la consapevolezza che solo collettivamente si puo' cambiare.
Rimane un sottobosco di "paura" politica che non permettera' mai a tutti di assumersi una responsabilita' collettiva nel momento del voto. E perche'?
Analisi che partono dalla storia repubblicana d i questo paese, dove il bipolarismo che veltrusconi vuole portre non e' altro che il riproporsi del basso-energetico(minor sforzo mentale possibile) duopolio DC-PCI .
La delega in Italia si consuma come una delega al bene o al male.
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