Al Presidente della Regione Abruzzo dott. Gianni Chiodi
All'Assessore Regionale al Dir.studio dott. Paolo Gatti
Ai componenti il Cda dell'Adsu
e p.c.Al Rettore dell'Università dell'Aquila
Prof.Ferdinando di Orio
Al Direttore dell'Adsu dell'Aquila
dott. Luca Valente
Oggetto: Dimissioni da Presidente dell'Adsu dell'Aquila
Gentile Presidente, Gentile Assessore,
il 28 Gennaio del corrente anno, con lettera pubblica, chiedevo alla Regione di provvedere nel minor tempo possibile alla correzione della cifra in bilancio destinata alle Adsu e consigliavo a Voi stessi di nominare al più presto i nuovi componenti del Cda, quelli di competenza Regionale, e il nuovo Presidente, per mantenere per il minor tempo possibile il regime di “proroga” derivante dalla legge regionale sull'allineamento degli organi politici degli Enti (cd spoils system). Nel mese di Marzo la Regione ha scelto di prolungare i tempi della “proroga” e di prendere ulteriore tempo.
Ho riflettuto già allora sull'eventualità delle dimissioni per sbloccare la situazione e dare maggiore forza alla richiesta di maggiori finanziamenti.
Ne parlai sia con gli studenti, sia con la struttura amministrativa dell'Adsu.
Il rischio di un commissariamento dell'Ente con la perdita in particolare della rappresentanza studentesca, che da sempre ho ritenuto ineliminabile, e la necessità di approvare il Conto consuntivo mi hanno dissuaso e mi hanno spinto a dare stabilità amministrativa all'ente.
E' arrivata poi la terribile notte del 6 Aprile e la costante indifferenza della Regione Abruzzo nei confronti del Diritto agli Studi Universitari è diventata addirittura “negazione”.
Il ridicolo balletto della Regione sulla proprietà dello stabile ha aggiunto imbarazzo ad una tragedia che investiva studenti, operatori e l'Adsu nel suo complesso. Persino i Vigili del Fuoco, nel dover comunicare la necessità di una parziale demolizione dello stabile che ospitava l'Adsu e la storica Residenza, non hanno potuto trovare “il proprietario”, non hanno trovato altri oltre il sottoscritto con cui comunicare.
E' ora passato un mese e mezzo da quella notte:
1. abbiamo potuto leggere dai giornali che uno studio che giudicava con “criticità strutturali” lo stabile della Regione (non di uno sconosciuto), giaceva nei cassetti della Regione stessa, senza che l'Adsu, i suoi lavoratori, i suoi organi politici, gli studenti residenti e le centinaia di studenti che frequentavano la mensa, le sale e gli uffici allocati in Via XX Settembre ne avessero mai avuto comunicazione;
2. il Bilancio della Regione è stato approvato con quella vergognosa miseria iscritta al capitolo per le Adsu abruzzesi;
3. sono risultati vani tutti i tentativi, diretti e indiretti, per arrivare ad un incontro tra la Regione e l'Adsu al fine di affrontare la fase di emergenza, sia per la ripresa dell'attività amministrativa, sia per arrivare alle indispensabili modifiche (o deroghe) al Piano Regionale di indirizzo, che così come è non permette di affrontare alcuna delle emergenze che travolgono gli studenti, né per le borse di studio, né per i servizi.
Le dimissioni a pochi giorni dal terremoto potevano apparire esattamente nel solco del patetico balletto che la Regione stava inscenando.
Ho scelto di attendere, ho continuato anche in un momento difficilissimo come questo a cercare di essere ponte tra gli studenti e la struttura amministrativa dell'Adsu, in un contesto di scelte difficili per l'Università, ed ho continuato a chiedere ed attendere segni dalla Regione, che ad oggi, dal giorno del suo insediamento al governo della Regione Abruzzo, non un solo giorno si è interessata del diritto agli studi universitari.
La verità, purtroppo, è che in questa fase di grandissima difficoltà, è solo arrivata all'ennesima potenza il vero segno che la Regione Abruzzo ha dato negli anni verso il Diritto agli Studi Universitari: l'indifferenza.
Indifferenza il 6 Aprile, indifferenza prima, indifferenza dopo.
L'Adsu e gli studenti universitari sono stati e sono vittime della stessa diffusa indifferenza.
Gli studenti universitari dell'Aquila, quelli residenti negli alloggi come quelli non residenti, hanno lottato per anni per ottenere dalla Regione risorse paragonabili a quelle di altre Regioni italiane.
L'Adsu dell'Aquila negli anni ha fatto moltissimo per offrire borse di studio e servizi in un contesto di generale e diffusa indifferenza.
Lo rivendico per il Cda che ho avuto l'onore e l'onere di guidare e lo rivendico ringraziando l'abnegazione dei pur pochi dipendenti di un Ente che negli anni, non solo gli ultimi che ho vissuto da vicino, si è distinto nel panorama abruzzese e nazionale.
Il 6 Aprile si è chiuso un lento e difficile percorso nel peggiore dei modi, con la tragedia che ha visto morire 7 studenti ed un operatore, 8 ragazzi cui va continuamente il mio pensiero e alle cui famiglie va il mio doloroso cordoglio.
Non tocca alla politica, ma all'autorità competente, individuare cause ed eventuali responsabilità giudiziarie, per cui non mi soffermerò su questo.
Alla politica tocca però continuare ad assolvere alle proprie inderogabili responsabilità. Gli studenti dell'Università dell'Aquila hanno bisogno di scelte immediate e di scelte strategiche.
I servizi gratuiti per gli idonei alle borse di studio, ma non usufruibili, vanno rimborsati, le borse di studio vanno pagate al più presto, la verifica dei crediti ex-post deve essere sospesa e l'idoneità alle borse va confermata, i servizi devono essere via via riattivati.
Gli studenti hanno bisogno di risposte vere: norme, strutture e risorse.
Poi c'è la città dell'Aquila, che ha ora bisogno di una legge regionale che la trasformi in Centro Residenziale per gli Studi Universitari e Superiori.
Lo si può fare da subito, grazie all'accordo sulla Reiss Romoli, con una gestione parziale e condivisa di parti della Caserma della Guardia di Finanza, con una progressiva trasformazione della Caserma Pasquali-Campomizzi a vero Centro Residenziale Universitario.
Continuerò a lottare per questo obiettivo, al servizio e per il progetto di L'Aquila Città Universitaria, ma non fungerò un minuto di più da copertura dei ritardi e dei silenzi di una Regione ad oggi inadempiente, che sta di fatto, mi auguro non consapevolmente, agevolando la frammentazione dell'Università dell'Aquila; né fungerò un minuto di più da parafulmine per chi pensa autonomamente di improvvisare dal nulla tante piccole cittadine universitarie.
Nella speranza che queste dimissioni siano utili a sbloccare la situazione di stallo e che la Regione da oggi possa dare priorità alle politiche per il Diritto agli Studi Universitari.
Con Cordialità,
L'Aquila 19 Maggio 2009
Luca D'Innocenzo
L'Aquila, 06 Aprile 2009
Le parti del nostro animo che la guerra ci ha strappato, ritorneranno al focolare.
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