Oggi sono tornato a chiedermi come mai la mia generazione
(diciamo i nati tra il 70 e l'84) non abbia rovesciato il tavolo.
Ho provato anche a darmi delle risposte.
In realtà mi fermo a pensare se abbiamo sbagliato,
cosa abbiamo sbagliato, perché abbiamo sbagliato.
Mi chiedo come è stato possibile, come è ancora possibile,
subire precarietà, schiavismo, sfruttamento.
Abbiamo ancora un briciolo di resistenza all'apoteosi
dell'individualismo mercantile e mercificante?
A me pare di si, però mi pare che sia una resistenza
che non sappia farsi rete, costruzione collettiva
di una alternativa possibile.
Ci spiazza il globo?
E' forse l'enormità della globalizzazione a farci sentire tanto
piccoli e tanto deboli ?
Razionalmente avremmo dovuto rovesciare il tavolo.
Abbiamo sopportato molto aldilà del possibile.
Avremmo dovuto costruire la rivolta.
Invece niente, niente di niente.
Non un briciolo di organizzazione.
E in questo quadro costretti a prenderci le briciole
che cadono dal tavolo .
L'Aquila, 06 Aprile 2009
Le parti del nostro animo che la guerra ci ha strappato, ritorneranno al focolare.
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3 commenti:
non l'abbiamo fatto per tanti motivi.
a parte quelli di ordine metodologico e strumentale, il "problema" basilare è che in fondo non lo abbiamo mai ritenuto necessario: se i soldi non ce li abbiamo noi ce li dannno i nostri genitori; anche quando sono pochi, non moriamo di fame, anzi conduciamo una vita più che dignitosa. e forse abbiamo paura che l'estensione dei diritti possa procurare danni al nostro orticello.
D'accordo con Marino. Non voglio parafrasare Gaber (mi pare), tuttavia sono sempre piu' convinto che non sara' la nostra, ma quella a noi successiva, la generazione che fara' "saltare il tavolo". La generazione di quelli che non avranno mamma e papa' con il loro stipendio sicuro, ma una mamma e un papa' con qualche centinaia di euro oggi e non si sa domani.
E non dimentichiamo poi i tanti della nostra generazione ricattati e ricattabili per un piatto di lenticchie.
eggià. credo anch'io che toccherà ai nostri figli.
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