Questo G8 era un G8 prevedibilmente inutile.
Inutile nella sua funzione internazionale.
Un G8 in cui la quantità di emissioni diventano dei gradi centigradi, fuggendo dall'impegno reale.
Un G8 in cui gli impegni diventano dichiarazioni.
Un G8 che ricicla le promesse sull'Africa senza dire una parola sulle precedenti mai rispettate.
Un G8 senza senso, con la stragrande maggioranza della popolazione rappresentata nei codazzi e non nel vertice.
Un G8 che aveva già fallito, aveva fallito a Genova e da li sempre.
Un luogo ridotto ad un momento per conoscersi.
Dove il gesto politicamente più significativo rispetto al modello economico è la doggy bag di Michelle.
Dove la sfida culturale più interessante è stata quella a distanza tra Michelle Obama e Carla Bruni.
Un G8 che se avrà un senso lo avrà solo per il luogo, per le immagini che L'Aquila bellissima, distrutta e struggente ha lasciato al mondo, dove lo sfondo, il tragico e straziate sfondo, ha reso grandi le foto degli 8, degli altri, delle mogli, dei figuranti.
Un G8 dove era più atteso un attore che il segretario generale dell'Onu.
Se non fosse stato per l'immensità di Obama che sembra riprendere le file del futuro del mondo (non solo a L'Aquila, ma prima a Mosca e poi in Africa), di questo G8 ricorderemmo solo il maestoso sfondo montano del vertice e la "scenografia" della mia amata e rovinosa città.
Un G8 inutile per il mondo, ovunque si fosse svolto.
Un G8 che forse lascerà qualche traccia di utilità all'Aquila, città che ha dovuto perire la distruzione per essere conosciuta, riconosciuta, apprezzata.
Il G8 si chiude così, fa calare il sipario sul suo fallimento decennale salvando la sua faccia e coprendo le sue macerie con le Macerie dell'Aquila.
Non era necessario contestarlo, era un vertice inutile per il mondo, aveva già perso.
Era utile che rimanessero nella memoria due cose distinte, le Macerie dell'Aquila e l'immensità, le immagini, i racconti, le foto, le vergogne, le parole e le paure dei giorni di Genova.
Le Macerie dell'Aquila e le giornate di Genova, due silenzi assordanti, al confronto dei quali le tracce di Michelle e di Carlà sono già vaporizzate.
L'Aquila, 06 Aprile 2009
Le parti del nostro animo che la guerra ci ha strappato, ritorneranno al focolare.
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