L'Aquila fu colpita duramente nel 1300, nel 1400, poi duramente nel 1703. Ancora duramente oggi, nel 2009. Con in mezzo varie altri eventi sismici duri.
L'Aquila sempre qui è rinata. Gli aquilani sono tenaci, ostici, spesso burberi. Ma L'Aquila è nata a tavolino, non con un processo di sviluppo casuale, è nata per scelta qui. I suoi castelli fondatori volevano intrecciare commercio e difesa con un centro maggiore, scelsero il colle e li costruirono, le mura, la fontana delle 99 cannelle e dentro la città, le sue piazze, le sue chiese, ognuna come rappresentazione in città di una comunità fondatrice. Centro storico grande, piazze, chiese, fontane, ogni palazzo un monumento, con il suo portone, il cortile, il suo portico.
L'Aquila da qui non si sposta. Poi è arrivato l'Abruzzo e la guerriglia sul capoluogo.
Il capoluogo della Regione Abruzzo da qui non si sposta.
C'è l'industrializzazione e dal circondario, dai castelli fondatori, arrivano i contadini-operai, come nel 200 i signori del contado e i commercianti dello zafferano. Le cooperative edilizie nascono tra gli operai. Il comune, la Dc, il Psi, il PSDI fanno costruire su Pettino, aree PEEP, quartiere di contadini-operai, metà aquilani, metà dei propri paesi d'origine. metà operai, metà contadini. L'Aquila e il suo territorio.
Poi è arrivata l'esplosione dell'Università e la sua crescita a compensare la crisi industriale.
L'Aquila città universitaria, lo diventa nei numeri. E' progetto e un sogno per alcuni, non molti, un affare per altri.
Cosa può essere L'Aquila ora.
L'Aquila città-territorio.
Degli oltre 100 centri che costellano L'Aquila, tra le sue frazioni e i comuni (con frazioni annesse) limitrofi, ci sono ancora centinaia di piazze, centinaia di chiese, migliaia e migliaia di case. La terra d'origine, i castelli fondatori. Molti aquilani non entreranno nelle promesse del governo, entreranno nelle proprie case al paese d'origine, sulle proprie terre, che hanno sempre continuato a curare ed amare. I contadini poi divenuti operai, poi divenuti cassaintegrati fino ad essere pensionati torneranno li, pensionati-contadini, e molti figli da li si muoveranno intorno alla città territorio.
L'Aquila capoluogo di Regione.
Gli sciacalli e gli avvoltoi svolazzano, ma L'Aquila manterrà il suo insediamento pubblico, regione, provincia, tribunale, corte d'appello, baas, inps, etc...etc...
L'Aquila città universitaria, città ipertecnologica.
Può tornare città universitaria partendo da qui, città ipertecnoligica. Infrastrutture per l'informazione immediatamente realizzabili, ingegneria, scienze, biotech, medicina. Prima città italiana completamente informatizzata.
L'Aquila città universitaria, mobilità e residenzialità.
Mobilità gratuita da e verso l'aquila. Linee no-stop giulianova-teramo-l'aquila l'aquila-roma l'aquila-az l'aquila-chieti-pescara. Potenziamento immediato tratta ferroviaria rieti-l'aquila-sulmona. collegamento veloce, diretto, continuo vasto-lanciano-l'aquila
Collegamento veloce, diretto, continuo cassino-sora-l'aquila.
L'Aquila città storica e umanistica, delle arti (e del turismo)
La sfida piu difficile. Ma, come nel 400, come nel 700, faremo anche questo. impiegheremo 20 anni per finire, ma faremo anche questo. Ricostruire il centro storico, sul doppio colle. Così come era. Con le sue piazze, le sue chiese, le sue fontane, i suoi palazzi, i suoi vicoli. Città vincolata. E intorno a questo ricostruire la città della musica, del teatro, della storia, delle lettere e delle arti.
L'Aquila città dell'ambiente, dei monti, dell'acqua, dei parchi, dei borghi (e del turismo)
I nostri monti sono cresciuti un pò, le nostre colline si sono diversamente avvallate, ma la nostra neve è li, le aquile volano sopra di noi, l'orso continua a cacciare miele e mele, i lupi si sentono se ci si sposta in montagna, il cielo stellato si può ancora vedere come in nessun altro posto d'italia, le nostre gelide acque sono più rigorose che mai e in pochi al mondo ne hanno così in abbondanza, non a caso è possibile trovare la lontra, la nostra flora è stata colpita dagli incendi passati, ma è ancora tra le più estese d'europa, la genziana è più in alto, tra le rocce, e crescerà di nuovo, lo zafferano non teme il sisma, solo cinghiali affamati e acque avvelenate, ma è ancora li e crescerà di nuovo e di più, per le ricette di ratatouille, dei milanesi e dei fantasiosi aquilani. Le greggi hanno avuto paura, ma rassicurate dai nostri splendidi pastori abruzzesi-maremmani non sono fuggite. Formaggi straordinari e arrosticini come sempre saranno l'invidia di tutti voi. I nostri parchi saranno ancora i più belli d'europa, i nostri borghi feriti saranno ripopolati e rimessi a nuovo, uno ad uno.
L'Aquila è qui, è la sua storia, la sua tragedia e la sua forza. La sua identità, ha pagato un prezzo ad una scossa di accelerazione superiore allo 0.5 di gravità, scossa più violenta che in passato, anche se classificabile meno forte, troppo poco profonda per non ferirla cosi in profondità. L'Aquila alla sua montagna e alle sue acque, al suo contando, ha pagato un prezzo comunque inferiore che in passato, ma ancora troppo alto.
L'Aquila come sempre tornerà qui, esattamente qui, perchè il Gran Sasso, le sue acque e le terre che si aprono nel suo avvallarsi, non potremmo trasportarle con noi in nessun altro luogo.
L'Aquila, 06 Aprile 2009
Le parti del nostro animo che la guerra ci ha strappato, ritorneranno al focolare.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
1 commento:
Hai chiamato questo blog "la città futura". Ad oggi, e successivamente ai tragici eventi, questo suona spettrale. Mi chiedo: come si sta muovendo l'amministrazione comunale? Quali sono, secondo te, le responsabilità oggettive della giunta e delle amministrazioni?
Un lettore del Capoluogo.it
Posta un commento