La IX legislatura della Regione Abruzzo si apre in una fase difficilissima, con la grande difficoltà finanziaria dell’Ente ad intrecciarsi con una profondissima crisi economica. Pessime sono le previsioni sul fronte occupazionale e sui redditi delle famiglie e l’Abruzzo è nel pieno della crisi. Il tessuto industriale è in gravissima difficoltà; le disgrazie della Sanità abruzzese sono ampiamente raccontate; migliaia di precari, del pubblico come del privato, hanno già perso il proprio lavoro a causa del combinato tra la crisi e le politiche governative “ammazza-precari”, molti altri lo perderanno nei prossimi mesi. La ricaduta sociale sarà durissima.
In questo scenario rischia di scomparire il “microsettore” del Diritto agli Studi.
Poche decine di lavoratori negli Enti, circa un centinaio nelle ditte appaltatrici tra mense, case dello studente, pulizie. Un granello di sabbia.
Le Adsu però hanno un’utenza ampia e sensibile, perchè garantiscono un diritto fondamentale, quello agli studi universitari, a tutti gli studenti e anche a chi, meritevole, è in condizioni economiche disagiate. Su circa 70.000 universitari in Abruzzo quasi 7000 risultano idonei alla borsa di studio, cioè sono meritevoli e possiedono un reddito ISEE familiare al di sotto dei 16.000 Euro. Altre migliaia di studenti sono con redditi ISEE tra i 16.000 e i 20.000, fanno cioè notevoli sforzi per sostenere i propri studi e tendenzialmente utilizzano i servizi, economicamente più accessibili, delle Adsu, a partire dalle mense.
La crisi economica e reddituale delle famiglie si scaricherà sugli studi universitari dei più giovani. Mentre si affronta la crisi, sia con politiche rivolte alle imprese sia sul fronte degli ammortizzatori sociali, è bene dare “uno sguardo” anche al fronte del diritto allo studio, pena una ricaduta “classista” sugli studi, con conseguenze pesantissime sulla “coesione sociale” e sulla unanimemente declamata “mobilità sociale”
L’ VIII legislatura si è chiusa con un taglio secco di 2.400.000 (32%) sul fondo per il Diritto agli Studi Universitari nel bilancio per l’esercizio provvisorio, riportando la Regione dai 7,4Mni di Euro raggiunti dopo anni di sforzi a 5Mni di Euro.
Un dato da brividi, che travolge i servizi per gli studenti universitari e che precipita l’Abruzzo indietro di 10 anni.
Un dato che, se non corretto in sede di bilancio, porterà l’Adsu dell’Aquila, tanto per essere chiari, a dover scegliere tra il sacrificare le mense universitarie, arrivate a servire oltre 310.000 pasti l’anno o il sacrificare le nuove iniziative residenziali (Residenza diffusa e Residenza ex-Gesuiti).
Una scelta drastica sulle mense avrebbe ripercussioni devastanti per gli studenti universitari, una scelta drastica sulle residenze universitarie riporterebbe la percentuale degli alloggi sugli universitari al vecchio 0,4%, lontano dall’1% appena raggiunto, lontanissimo dall’oltre il 2% nazionale, anni-luce dal 3, 4, 5, 6 che caratterizzano le città-universitarie paragonabili a L’Aquila quali Camerino, Urbino, Pisa, Cosenza, Pavia, Siena, Perugia.
In un contesto difficile l’Adsu dell’Aquila ha abbattuto i suoi costi, ha riportato al 100% la copertura delle borse di studio e ha accresciuto i servizi rimettendo la città dell’Aquila in un contesto “competitivo” con le altre città universitarie.
Non bisogna inoltre dimenticare che l’Università dell’Aquila è un fattore di ricchezza straordinario per la città dell’Aquila: l’ “attrattività” dell’Ateneo, che si compone anche della garanzia della borsa di studio per tutti gli idonei e della qualità dei servizi per gli studenti, può aiutare questo territorio ad “ammortizzare” la crisi economica e ad uscire da essa con alcuni elementi di solidità.
Si può, con un po’ di attenzione da parte della Regione, mantenere i livelli raggiunti a garanzia di un diritto costituzionale anche in una fase difficile come quella attuale.
Nei prossimi 45gg il Presidente Chiodi e la sua maggioranza sceglieranno il destino di “governance” delle Adsu. L’esperienza di chi è uscente può consigliare di non perdere molto tempo nel discutere di “costi dei Cda”, che per le Adsu sono irrisori a fronte di una attiva e utilissima partecipazione studentesca e di una più efficace azione territoriale. Con l’esperienza da Presidente dell’Adsu mi permetto di consigliare al Presidente Chiodi e alla sua maggioranza di scegliere in fretta i nuovi Presidenti e i nuovi CDA, ma in ogni caso, che si scelga velocemente o no, faccio invece appello al Presidente Chiodi, alla sua Giunta, al Consiglio e alle forze politiche e sociali a porgere l’attenzione da subito a quella cifra in bilancio che è assolutamente da correggere, il più presto possibile.
E’ un granello di sabbia, ma i granelli di sabbia, posti nel luogo giusto, possono aiutare a rompere l’ingranaggio della crisi così come, posti nel luogo sbagliato, possono finire per rompere gli ingranaggi della coesione sociale.
Luca D’Innocenzo
Presidente uscente Adsu L’Aquila.
L'Aquila, 06 Aprile 2009
Le parti del nostro animo che la guerra ci ha strappato, ritorneranno al focolare.
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